22 ottobre 2018 – Ciani Francesco – Naturopata
La melatonina è una molecola naturale prodotta dalla ghiandola pineale (epifisi), allocata nell’encefalo, a forma di pigna (di 5/9 millimetri di altezza). È una molecola antichissima (la sua evoluzione risale a 3 miliardi di anni fa) ed è presente in qualsiasi organismo (animale o vegetale), nella stessa struttura molecolare e regola il ritmo circadiano (l’alternarsi del giorno e della notte inducono variazioni dei parametri vitali).
Approfondimento tecnico
La ghiandola pineale è sincronizzata con i ritmi circadiani, modificandosi in base alle variazioni di luminosità del giorno e della notte o al cambio di stagione. Il precursore della melatonina è il triptofano (un aminoacido essenziale, d’assumere per via alimentare), trasformato in serotonina per opera dell’enzima idrossindolo-metil-transferasi (Homt), presente nella ghiandola pineale. La sua secrezione inizia con l’oscurità (livello iniziale da 5 picogrammi/ml), aumentando da 20 a 30 picogrammi/ml fino alle ore 20; superando i 30 picogrammi/ml nella notte. Il picco di 60/70 picogrammi/ml è raggiunto dalle 2 alle 3 del mattino. I livelli di melatonina tornano poi a scendere fino alle 7 del mattino.
La sua funzione principale è quella di regolare la presenza degli altri ormoni (cortisolo, Gh, testosterone, etc.) rendendo possibile il fenomeno della riparazione tessutale del nostro corpo. La melatonina accompagna il nostro sonno nella fase Rem (quello profondo), inibisce il cortisolo e stimola la produzione dell’ormone del Gh e del testosterone. Senza tale azione il nostro corpo perderebbe la sua funzione di riparazione, compresa quella cellullare e del Dna che subisce 10.000 insulti al giorno, da parte dei “radicali liberi”. Tali complessi meccanismi sono stati oggetto di studio da parte di molti ricercatori, tra i quali ricordiamo il dottor Pierpaoli che esamina gli effetti della melatonina da oltre 30 anni.
La melatonina ha molte altre funzioni. La melatonina è considerato un potente antiossidante con azione scavenger (pulizia) nei confronti dei radicali liberi, più efficace delle vitamine C, E e del Beta-carotene. La sua azione protettiva è rivolta alle membrane cellulari, alle lipoproteine Ldl (contro l’ossidazione), alle cellule dell’endotelio arterioso, ai neuroni celebrali (contro l’ischemia, dovuta a stress o alcool). La melatonina è utilizzata per alleviare i disturbi dovuti al cambio di fuso orario (sindromeda jet lag) migliorando l’adattabilità dei propri ritmi biologici all’ora locale. La melatonina è utilizzata per migliorare i sintomi della menopausa. Difatti in associazione con il progesterone inibisce l’ovulazione. Studi clinici hanno confermato che livelli buoni di melatonina nel flusso sanguigno durante le ore notturne, diminuiscono le possibilità d’infarto e di morte improvvisa. Tale effetto è dovuto alla sua azione vasodilatatrice (contrasta i radicali liberi che inibiscono l’ossido nitrico) ed antiaggregante piastrinica. Ha la capacità di aumentare il metabolismo dei grassi (riduzione di colesterolo). La melatonina rafforza anche il nostro sistema immunitario (inibendo il cortisolo). Difatti durante il picco delle 2-3 di notte, è stato riscontrato un aumento significativo delle cellule del sistema immunitario. Risulta efficace contro i microbi, i virus e le cellule neoplastiche. Alcuni ricercatori dell’Ospedale Oncologico di Milano hanno dimostrato l’attività inibitoria della melatonina sulla crescita delle cellule tumorali del cancro alla prostata. Nell’Università di New Orleans è stata riscontrata un’azione inibitoria anche verso altri tipi di neoplasie, quali il cancro ai polmoni, all’utero ed alle mammelle. La melatonina prolungherebbe anche la sopravvivenza dei malati terminali (migliorando nel contempo la qualità della vita). Difatti da esperienze riportate dal professor Paolo Lissoni responsabile della divisione Oncologica dell’Ospedale di Monza, l’utilizzo della melatonina ha aumentato del 16% le regressioni tumorali (di solito incurabili) su tumori gastrointestinali, polmonari e nei mesoteliomi. Somministrata durante la chemio e la radio terapia, ha ridotto gli effetti collaterali, di solito devastanti. Per dovere di cronaca va detto che il professor Di Bella, per primo indagò sull’azione antitumorale della melatonina ed infatti la inserì nel suo protocollo di cura.
Promotori della melatonina
Per produrre l’ormone della melatonina abbiamo bisogno di triptofano. Se non lo assumiamo costantemente e soprattutto durante la cena, non potremmo produrre tale ormone per la notte. Ciò significa che dobbiamo inserire nella nostra alimentazione alimenti quali carne, pesce, uova e formaggi, i più ricchi di triptofano. Un’altra via molto efficace è quella dell’assunzione esogena sotto forma d’integratori di melatonina. Si consiglia il tal senso di assumerli prima di coricarsi.
Diminuzione della melatonina
Come per ogni ormone, il peggior nemico della melatonina è l’età. La ghiandola pineale con il passare degli anni tende a calcificarsi, causando già a 45 anni, circa il 50% di minore produzione di melatonina. Il calo raggiunge addirittura l’80% superati 70 anni di età. Un altro nemico giurato dell’ormone melatonina è il cortisolo (chiamato “ormone dello stress”). Solo quando il cortisolo cala nel sangue a livelli basali, la ghiandola pineale può secernere la melatonina. Lo stress, i pensieri ricorrenti prima di dormire, impediscono di attivare la melatonina e dormire sonni profondi. Un ulteriore nemico della ghiandola pineale è la luce. Difatti quando dormiamo davanti al televisore o semplicemente con delle luci in camera da letto, non attiviamo la melatonina, disertando l’appuntamento con un sonno ristoratore(si consiglia di coprire anche le luci a led, ad esempio quelle delle radiosveglie). Altri inibitori della melatonina sono l’alcool, il fumo, il caffe.
Fonte: https://successclubprofessional.com/2018/10/22/la-melatonina/
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“La scoperta dell’orologio biologico della vita” di Walter Pierpaoli
La storia di Emmy
Perchè la melatonina prolunga la vostra vita?
La protezione della pineale con la melatonina notturna previene tutte le malattie, cancro incluso!
Un modello ovvio: la menopausa
Quando abbiamo condotto a Roma al Centro per la Menopausa della Clinica “Madonna delle Grazie” il primo studio clinico con 140 donne di età tra i 42 ed i 62 anni, mostrando che la melatonina, nel corso di soli sei mesi, è in grado di invertire l’invecchiamento del tratto riproduttivo delle donne, eliminare tutti i disturbi neurovegetativi, ricostituire la funzione tiroidea, riportare le gonadotropine ipofisarie a livelli giovanili e persino restaurare la funzione ciclica mestruale in donne in perimenopausa o in menopausa da anni (18), eravamo ingenuamente felici di poter annunciare la notizia a tutte le donne, purtroppo non a lungo! Con nostra grande sorpresa e disappunto, quattro diversi giornali scientifici che trattano il tema (Menopausa, Giornale Europeo di Ostetricia e Ginecologia, Il New England Journal of Medicine and finalmente Sterilità and Fertilità, tre degli Stati Uniti ed uno europeo) si rifiutarono di pubblicare i nostri risultati conseguiti attraverso un ineccepibile, faticoso e costoso lavoro clinico “doppio-cieco e randomizzato”. Le ragioni erano vaghe e disparate e un giornale ci fece attendere per un anno intero, chiedendo di apportare molti cambiamenti e aggiunte (cosa che facemmo) e alla fine dicendoci: non abbiamo spazio sufficiente! Ero un ingenuo: come potevo aspettarmi che tali giornali pubblicassero un lavoro che mostrava come la melatonina, una “semplice” ed economica molecola naturale, poteva sostituire e rendere inutili gli ormoni, ricostituendo e mantenendo poi una perfetta ciclicità ormonale nella donna? Infatti ora sono certo di sapere, in qualità di medico che si occupa di molte donne con ogni tipo di problemi mestruali e del tratto riproduttivo (ovaie, utero, mammelle),che la melatonina non è di per sé un ormone ma in realtà una specie di “regina di tutti gli ormoni”, che controlla e dirige l’intera “orchestra ormonale”. Questa impressionante storia mostra che i nemici della melatonina sono ovunque e che una vera scoperta si scontra con una feroce opposizione, ma per quanto.
La mia opinione sulla melatonina e la sua natura intrinseca
Dopo lunghe riflessioni e meditazioni sui possibili meccanismi della melatonina e sul suo ruolo in natura, ho maturato la convinzione che la melatonina possiede molti livelli di attività, che sono stati acquisiti nel corso dell’evoluzione. Come usava commentare il grande scienziato e Laureato Nobel Sir Peter Medawar, che ho avuto la fortuna di conoscere molti anni fa (si interessava molto di ormoni e immunità): “Non sono le molecole che cambiano, ma semplicemente l’uso a cui vengono adibite dalla Natura”. Ciò mi suggerisce che anche la melatonina, come le altre molecole che sto ora identificando oppure ho già trovato, posseggono certamente alcune attività di minor valore, come per esempio quella anti-ossidativa o di effetti mediati tramite appositi recettori nel cervello ma, essendo la melatonina una molecola antichissima nell’evoluzione della vita sul nostro pianeta, la sua vera natura è totalmente sconosciuta e va oltre le nostre conoscenze. Essa si colloca in epoche remote all’origine della vita, quando la luce e l’oscurità crearono “l’orologio della vita” in una dimensione di grande mistero e fascino: “E la luce fu!”. La melatonina, grazie alla sua struttura ciclica, alla presenza di un gruppo acetile e di un gruppo metile, deve possedere potenziali bio-energetici misteriosi che siamo del tutto incapaci di percepire e di capire. E’ veramente la scintilla della Creazione! Perciò non ci si deve meravigliare se il suo ruolo ed effetti non possono essere separati e dissociati da un grande numero di “specialisti”, ma solo unificati da un biologo globale. In fondo, la morte ad una tarda età e senza malattie e non ancora l’immortalità, sono il nostro fine ultimo!
La sfida suprema e la mia scommessa per il futuro
Cosa avverrà? Scommetto che solo un numero molto limitato di persone diverrà pienamente conscio del semplice “messaggio della melatonina” perché la complicazione della Natura e non la sua interpretazione logica è la moda corrente! Dato che il divario tra quelli che capiscono e gli ostinati (biechi e ciechi) oppositori si allarga ogni giorno di più, lasciamo che il tempo passi e vediamo cosa succede. Mi sento di dire che noi siamo ormai di gran lunga “oltre la melatonina”, in quanto la melatonina è riuscita ad illuminare la nostra mente, permettendoci di eludere la trappola riduzionistica della “scienza moderna”. Nello stesso tempo l’uso costante della melatonina che protegge la nostra pineale e prolunga la nostra vita priva di malattie, ci concede più tempo per capire e per applicare a persone gravemente ammalate, la benedizione della nostra Medicina Innovata, anche facendo uso di quelle molecole che emergono dopo miliardi di anni dalla “palude cerebrale” e che, come la melatonina, mantengono tuttora il potere curativo conferito loro da Madre Natura nel corso dell’evoluzione agli albori della vita. Non sono medicine, sono la vita stessa! Ma questa è un’altra storia …
References
Nature’s Age-Reversing, Disease-Fighting, Sex-Enhancing Hormone”. Simon & Schuster,New York, 1995 (tradotto in 17 lingue).
2) W. Pierpaoli & Pippo Zappulla: 120 and Longer, Average. Vivere Bene, Invecchiare Giovani e Morire Sani. Chrono-Med, Collana Arcadia, Brescia, Italy, 2003.
3) W. Pierpaoli & N.H. Spector, Editors: Neuroimmunomodulation: Interventions in Aging and Cancer. First Stromboli Conference on Aging and Cancer. Ann. N.Y. Academy
Sci., 521, 1988.
4) W. Pierpaoli & N. Fabris, Editors: Physiological Senescence and its Postponement: Theoretical Approaches and Rational Interventions. Second Stromboli Conference on Aging and Cancer. Ann. N.Y. Acad. Sci., 621, 1991.
5) W. Pierpaoli, W. Regelson & N. Fabris, Editors. The Aging Clock. Third Stromboli
Conference on Aging and Cancer. Ann. N.Y. Acad. Sci. 719, 1994.
6) A. Montagu: Growing Young. McGraw-Hill Book Company, New York, 1983.
7) W. Pierpaoli: Integrated Phylogenetic and Ontogenetic Evolution of Neuroendocrine and Identity-Defence, Immune Functions. In: Psychoneuroimmunology (R. Ader, Editor), Academic Press, New York, pp. 575-606, 1981.
8) W. Pierpaoli, A. Dall’Ara, E. Pedrinis & W. Regelson: The Pineal Control of Aging.The Effects of Melatonin and Pineal Grafting on the Survival of Older Mice. Ann. N.Y. Acad. Sci. 621, 291, 1991.
9) W. Pierpaoli & W. Regelson: Pineal Control of Aging: Effect of Melatonin and Pineal Grafting on Aging Mice. Proc. Natl. Acad. Sci. USA, 91, 787, 1994.
10) F.W. Turek: Melatonin Hype Hard to Swallow. Nature 379, 295, 1996.
11) S.M. Reppert & D.R. Werner: Melatonin Madness. Cell 83, 1050, 1995.
12) V. M. Dilman: The Law of Deviation of Homeostasis and Diseases of Aging.H.T. Blumenthal, Editor. John Wright PSG, Inc. Boston, 1981.
13) W. Pierpaoli & V.Lesnikov: Theoretical Considerations on the Nature of the Pineal
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14) W. Pierpaoli: The Pineal Gland: a Circadian or Seasonal Aging Clock? (Editorial)
Aging 3, 99, 1991.
15) W. Pierpaoli & D. Bulian: The Pineal Aging and Death Program. I. Grafting of Old Pineals in Young Mice Accelerates their Aging. J. Anti-Aging Med. 4, 31, 2001.
16) W. Pierpaoli & G. Maestroni: Neuroimmunomodulation: some Recent Views and Findings. Int. J. Neurosci. 39, 165, 1988.
17) W. Pierpaoli, H.G. Kopp, J. Mueller & M. Keller: Interdependence between neuroendocrine programming and the generation of immune recognition in ontogeny.Cell. Immunology 29, 16, 1977.
18) P. Bianchi, W. Pierpaoli, D. Bulian, & E. Ilyia: Effects of Melatonin in Perimenopausal and Menopausal Women: a Randomized and Placebo-Controlled Study. Exp. Gerontology 36, 297, 2001.
http://drpierpaoli.ch/ITA/La-Scoperta-dell-Orologio-Biologico-della-Vita-54cc2200
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Invecchiamento
L’invecchiamento è un programma ormonale-neuroendrocrino preciso, geneticamente determinato ed unico per ogni specie, situato nel “reticolo pineale”, vale a dire nelle strutture nervose del cervello e del sistema nervoso periferico che regolano la sintesi e la secrezione sincronica circadiana (giorno-notte), ritmica-oscillatoria di tutti gli ormoni, dei neuropeptidi e di ogni altra molecola endogena del corpo che segue strettamente i ritmi solari planetari.Il “programma invecchiamento”, similmente a quello della crescita, della pubertà e della fertilità, segue un tragitto che è indipendente dalle cosiddette “malattie dell’invecchiamento”. Infatti, l’espressione delle malattie tipiche della senescenza come ad esempio la “sindrome metabolica X” (“il quartetto letale”, vale a dire ipertensione, iperglicemia, ipercolesterolemia e adiposità viscerale) non dipendono e non sono una conseguenza dell’invecchiamento stesso, ma piuttosto di una alterazione e de-sincronizzazione della ciclicità ormonale diurna e notturna, prodotta da malattie e dai fattori endogeni ed esogeni che alterano e appiattiscono i ritmi ormonali giovanili (fattori di stress psichici e sociali, tendenza ereditaria ad alterazioni enzimatiche e metaboliche, infezioni batteriche e virali acute e croniche, abitudini e carenze alimentari, condizioni di vita ambientale, agenti tossici, contaminazioni, radiazioni varie, eccetera). Pertanto, se l’invecchiamento è un evento ormonale programmato, il programma può certamente essere modificato e invertito mediante un strategia di ri-programmazione! Tale intervento richiede una conoscenza della biologia fondamentale dell’invecchiamento. Abbiamo mostrato che replicando ed imitando il picco notturno della melatonina pinealica mediante la sua somministrazione notturna, siamo in grado di ritardare l’invecchiamento e le malattie che l’accompagnano. Tuttavia la melatonina non è il rimedio finale degli interventi anti-invecchiamento. Il trapianto della pineale da un animale giovane a uno vecchio produce infatti effetti di ringiovanimento molto più pronunciati della melatonina. Tali effetti non dipendono certamente dalla produzione di melatonina della ghiandola pineale trapiantata! Altre molecole riproducono più rapidamente gli effetti anti-invecchiamento della melatonina. Perciò noi crediamo che lo scopo della melatonina sia quello di proteggere la pineale dall’invecchiamento e di mantenere la pineale in grado di produrre altre molecole che possono risintonizzare rapidamente ai valori giovanili “l’orologio ciclico ormonale”. L’evidenza più drammatica sulle capacità della melatonina nella prevenzione dell’invecchiamento e nel prolungamento della ciclicità ormonale deriva da studi clinici recenti da noi condotti in donne nella perimenopausa. La melatonina ricostituisce infatti rapidamente la ciclicità ed i livelli giovanili delle gonadrotropine ipofisarie LH e FSH, e corregge l’ipotiroidismo latente che è sorprendentemente presente nelle donne in perimenopausa. Le donne più giovani (da 42 a 52 anni) reagiscono più rapidamente che non le donne più anziane (da 55 a 62 anni). Questi risultati costituiscono sicuramente una pietra miliare nella storia della medicina anti-invecchiamento. Esiste anche evidenza clinica che la melatonina da sola e ancor meglio in associazione a elementi minerali-traccia come zinco, selenio e ad un numero di molecole naturali, riesce a prevenire e anche a curare una varietà di malattie come ad esempio: la sindrome metabolica X (vedi sopra), le infezioni virali, le malattie auto-immunitarie e migliora la terapia dei tumori. Quindi “risincronizzando la ciclicità dell’orologio ormonale” si ottiene una ricostituzione permanente della sorveglianza immunologia e il mantenimento della salute e dell’integrità biologica del corpo. Abbiamo quindi svelato le basi sulle quali la Natura e l’evoluzione hanno costruito e mantengono l’integrità biologica di ogni essere vivente. La base della salute è quindi il mantenimento di una ciclicità ormonale giovanile!
Fonte: http://drpierpaoli.ch/ITA/Invecchiamento-b63a4600
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La melatonina non è un ormone!
Era indubbiamente un errore dall’inizio definire la melatonina come un «ormone» dato che questa classificazione fuorviante ha generato una serie di bugie atte a confondere il pubblico sulla vera natura della nostra scoperta. Infatti le ovvie ragioni per le quali la melatonina non può essere definita un ormone «classico» e tanto meno «pericoloso» sono le seguenti:
1) La melatonina viene sintetizzata, non solo nella pineale, ma anche in numerosi altri organi e tessuti come, per esempio, la retina, la mucosa intestinale, nei megacariociti, nelle piastrinee nei roditori, nelle ghiandole Harderiane, tutti questi tessuti che non possono essere definiti come tipiche «ghiandole endocrine».
2) Dopo la pinealectomia (rimozione chirurgica della pineale), la melatonina circolante non scompare come quando vengono rimosse le ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide, surrenali, gonadi).
3) Non esiste alcun «fattore di rilascio» (releasing factor) per la melatonina come quelli trovati e anche usati per tutti gli ormoni classici.
4) Recettori con maggiore o minore affinità per la melatonina e «binding sites» sono stati evidenziati e trovati in una tale varietà di cellule (su membrane e nel citoplasma) e tessuti del corpo che la loro natura di «recettori ormonali specifici» per la melatonina su cellule bersaglio ben definite è impossibile da dimostrare, data la loro diffusione ubiquitaria.
5) La melatonina, anche se somministrata a dosi enormi di grammi al giorno per via orale (in un vecchio esperimento nell’uomo ne sono stati somministrati anche 6,6 grammi al giorno per 35 giorni !), non ha provocato nessun danno o effetti collaterali immediati o tardivi. Qualsiasi altro vero ormone, con l’eccezione del DEA(deidroepiandrosterone, DHEA) avrebbe certamente prodotto la morte o danni gravi e irreparabili, come sarebbe il caso con il cortisone e la tiroxina. Perciò, contrariamente ai « veri » ormoni, con la melatonina non si osservano affatto effetti tossici collaterali. Anche 1500 donne sono state trattate in Olanda per anni con dosi giornaliere di 300 mg senza alcun danno !
6) L’inibizione della sintesi endogena di melatonina dopo la sua somministrazione orale non sembra dipendere, come è il caso con gli ormoni classici, sulla inibizione della sintesi dei fattori trofici (gonadotropine, tireotropina, corticotropina etc.), ma su una semplice inibizione retroattiva (feedback) prodotta dallo stesso prodotto finale (la stessa melatonina) in una sequenza bio-sintetica. Per questo la somministrazione prolungata di melatonina non può indurre una «atrofia della pineale»!
7) La melatonina è presente ovunque nella carne e nei vegetali, e la melatonina alimentare è assorbita rapidamente dal tratto gastro-intestinale. Esperimenti condotti recentemente con animali dimostrano che una dieta ricca di melatonina produce livelli ematici di melatonina che sono significativamente più elevati di quelli di animali con un basso livello di melatonina nella dieta. Perciò certamente i livelli di melatonina circolanti possono essere cambiati (aumentati o diminuiti) da un tipo di dieta che contenga livelli alti o bassi di melatonina. Nulla di simile può essere ottenuto con nessuno degli « ormoni » conosciuti!
Concludendo, la definizione della melatonina come «ormone» è assolutamente errata e non possiede alcuna base scientifica. In realtà la natura dei meccanismi di azione della melatonina come «mediatore chimico universale del mondo biologico» è tuttora sconosciuta esattamente come era sconosciuto il meccanismo di azione della penicillina quando essa fu scoperta e usata per salvare da mortali infezioni! E non era una sostanza endogena!
Fonte: http://drpierpaoli.ch/ITA/La-Melatonina-non-e-un-ormone-0d4f3100
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Come mai molti non credono agli effetti della melatonina?
Melatonina e invecchiamento, fiaba o realtà?
Nella categoria dei lavoratori salariati, esiste anche quella dei cosidetti “scienziati” e “ricercatori”, la cui funzione risulta alquanto oscura e misteriosa alla stragrande maggioranza della popolazione. Nell’immagine comune, gli scienziati-ricercatori vengono raffigurati come persone con camice bianco, tra loro poche donne ma molti uomini, questi ultimi spesso con barba, emaciati e stralunati, che passano il loro tempo in atmosfere strane ed irreali, accanto a gabbie con ratti o topi, cavie comunque, oppure affaccendati presso lindi e incontaminati o spettrali apparecchi. Raramente manca un microscopio con il quale esplorano universi misteriosi. In realtà non esistono anche due sole situazioni simili nel mondo della ricerca e la varietà di persone e di situazioni è illimitata e irripetibile. Per questo le vere “scoperte” rimangono spesso inascoltate e chi si illude che “la verità prima o poi trionfa” deve ricredersi. La storia della scoperta dell’origine programmata biologica dell’invecchiamento è tipica di un’ epoca nella quale quasi tutto è invece saldamente ancorato a pregiudizi radicati nel tempo e a interessi di singoli o gruppi. L’unico vantaggio rispetto al Medioevo è la velocità nel ricambio dell’informazione. Tuttavia, tale ricambio è pari alla confusione che regna e che viene fomentata dai molti che non desiderano affatto cambiamenti per ragioni economiche, e che quindi operano un sistematico sabotaggio di qualsiasi scoperta che danneggi gli immensi guadagni dei gruppi di potere economico.
La “sfida suprema” lascia perplessi e increduli
La domanda più altamente provocatoria che tocca nell’intimo ognuno di noi e che ci costringe a riflettere è quella che riguarda il nostro personale invecchiamento: è esso arrestabile e reversibile? Tale domanda non era posta appena pochi anni fa se non da filosofi o scrittori di fantascienza. Ora si comincia timidamente ad osservare che il vicino di casa, che è molto più anziano di me, gioca a tennis, si circonda di giovani ragazze e se la gode! Perché mai? Perchè una tale palese ingiustizia? Io non bevo, non fumo, vado a letto con le galline, ma sembro decrepito come Matusalemme. Poi sentiamo parlare di genetica e allora ci rendiamo conto che noi ci portiamo dietro la longevità (o la precarietà) dei nostri geni, trasferitisi in noi dai nostri antenati. C’è chi è fortunato e sta bene fino a 100 anni, c’è invece chi è maledettamente sfortunato e muore di infarto o cancro in giovane età.
Perché tutto questo?
I media e la stampa, aiutati da quelli che io chiamo “gli scienziati viaggianti” sempre presenti nelle sale di Conferenze Internazionali, ai Simposi, sulle arene televisive, nelle interviste e così via, ma mai nel laboratorio, fanno confusione, quando si parla di senescenza e di inevitabile decrepitezza, tra genetica e biologia evolutiva. In altre parole, forse è vero che si deve inevitabilmente invecchiare e morire perché questo fa parte del “ciclo vitale” (che chiamerei “mortuale”) ma perché non ne identifichiamo i meccanismi? Quindi, con l’aria di cani bastonati e pronti a tutto, i giornalisti intervistatori degli “scienziati viaggianti” li abbordano con domande alle quali essi in qualche modo devono rispondere in modo apparentemente logico. Ecco che qui si crea e si mantiene l’invecchiamento stesso! Esso è programmato in chi ci crede! Dato che gli “scienziati parlanti e viaggianti” passano solo pochi frettolosi minuti con i loro collaboratori e neppure uno con i topolini, essi danno le risposte che tutti si aspettano. Così è infatti avvenuto con la leggenda della melatonina. Pochi hanno umilmente ammesso di non avere letto niente e quindi di non saperne niente.
La melatonina e l’invecchiamento come li vedo io
Perché la melatonina arresta le malattie degenerative tipiche dell’invecchiamento che ci fanno morire, come per esempio l’ipertensione, la degenerazione di vasi ed arterie (arteriosclerosi), le malattie autoimmunitarie e previene (ma non cura) il cancro? Lo fa semplicemente perché protegge la pineale nel cervello. Siccome la pineale fa parte essenziale del sistema ormonale e regola la produzione ciclica di tutti gli ormoni, conseguentemente il corpo non invecchia. Infatti l’invecchiamento è un chiaro processo programmato geneticamente nel cervello, ma che si manifesta tramite la regolazione ormonale. Poiché la pineale produce melatonina solo di notte, se noi assumiamo melatonina alla sera, la pineale viene messa a riposo e quindi “non lavora” per produrre la melatonina. Infatti, la melatonina viene prodotta nella ghiandola pineale attraverso due passaggi enzimatici importantissimi di «acetilazione» e di «metilazione», partendo dalla famosa serotonina. I gruppi acetilico e metilico sono fondamentali nei processi biologici ossidativi e di crescita, tanto è vero che, per esempio, in assenza di metilazione, il cervello dell’embrione o del bambino non si sviluppa! Cosa fa allora la pineale mentre riposa? Si mantiene giovane e produce altre molecole fondamentaliche noi, come cani segugi, inseguiamo implacabilmente dato che tali molecole, non solo manterranno lo stato giovanile della pineale e del corpo, ma persino saranno in grado di invertire, nei limiti del possibile se non è troppo tardi, il processo di invecchiamento che è strettamente legato alla de-sincronizzazione dei cicli ormonali circadiani(giorno-notte)! Ecco perché la melatonina c’entra solo indirettamente con l’invecchiamento ma è essenziale per arrestarlo! Tale evidenza è chiaramente espressa nel lavoro da noi pubblicato recentemente negli Stati Uniti nel Journal of Anti-Aging Medicine, Volume 2, pagina 343, 1999. Inoltre, come da noi dimostrato in una serie di lavori pubblicati per anni, la melatonina normalizza i livelli di zinco nel sangue, che sono un parametro esatto del nostro grado di deterioramento metabolico. Quindi l’associazione di melatonina allo zinco organico, come da noi realizzato nella formulazione della Melatonin-Zn-Se del Dr. Pierpaoli, accellera enormemente gli effetti benefici della melatonina a tutti i livelli da noi misurati. Anche il tanto sbandierato “ormone della crescita” o “somatotropo”, la cui sintesi circadiana decresce nel corso della senescenza, sarà automanticamente normalizzato dalla somministrazione notturna di Melatonin-Zn-Se del Dr. Pierpaoli, senza ricorrere a costosissime e pericolose somministrazioni per via parenterale, dato che, come è noto, l’ormone della crescita ha sicuramente effetti benefici rapidi e vistosi atti ad appagare il paziente-cliente ma, malauguratamente, è anche co-cancerogeno come tutti i “fattori di crescita”.
Fonte:http://drpierpaoli.ch/ITA/Come-mai-molti-non-credono-agli-effetti-della-Melatonina-56f8d600
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Perché si invecchia e si muore?
Melatonina, zinco e ormoni ci dicono perché, come e quando. La scoperta che l’invecchiamento è frenabile e persino reversibile non ha ancora raggiunto la coscienza di molti. Infatti il lavaggio del cervello dalla nascita ci ha inculcato una visione precisa e indelebile del nostro destino, ove la presenza costante di malattie, ansie e dolori fa parte del “destino” dell’uomo. Inoltre, le tormentate vicende del nostro brevissimo periodo storico di poche migliaia di anni, hanno creato un alone di tabù attorno alla parola immortalità. Nessuno osa pensare che possa realizzarsi nella vita. Per chi possiede la fede, l’ immortalità è quella dell’anima, come resurrezione dopo la morte per entrare in un non ben definito mondo spirituale pieno di estasi e godimenti. Contrariamente agli occidentali, gli antichi indù già almeno 5000 anni fa seguivano invece le pratiche e le scienze che senza remore o pregiudizi parlavano di eternità terrena. Tutto questo suona a noi come delirio. Invece, a mio avviso, è delirante il non vedere o sentire l’angusta dimensione nella quale siamo immersi che ci preclude, assieme ai dogmi vigenti, la libertà di pensiero che è privilegio dell’uomo. Sia l’invecchiamento che la morte sono due entità separate e distinte che non hanno nulla di misterioso e che semplicemente fanno parte di un preciso programma ormonale! Tale programma è chiaramente identificabile nella massima durata della vita nei mammiferi omeotermi (a sangue caldo) a cui l’uomo purtroppo appartiene. Infatti non si sa bene quanto a lungo vivano e perché muoiano i poichilotermi, vale a dire gli animali a sangue freddo (pesci, rettili, anfibi). I cicli planetari e quelli ormonali. I segnali che ritmano la nostra vita dalla nascita alla morte sono quelli circadiani e stagionali, in particolare la luce e la temperatura. Tutto ruota attorno a queste condizioni primarie che regolano ogni istante del nostro ciclo vitale: nascita, crescita, fertilità, declino e morte. Tali segnali scandiscono precisamente i programmi ormonali che si sono sviluppati durante l’evoluzione del mammifero uomo. Noi siamo quindi totalmente guidati e condizionati dalla regolazione ormonale che viene pilotata dalla ritmicità planetaria. Infatti l’invecchiamento è totalmente e solamente dovuto alla rottura di tale relazione sincronica ai ritmi planetari-ormonali, che viene regolata dalle strutture del sistema nervoso facenti parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale, che integra e sincronizza i cicli notte-giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. Ciò è talmente ovvio che ognuno è in grado, vivendo immerso nell’ambiente terrestre, di rendersi conto che il condizionamento ambientale (aria, luce, temperatura, eccetera) ed il nostro costante adeguamento ad esso sono fondamentali per respirare e vivere. Gli ormoni e tutte le molecole del corpo seguono strettamente tale ciclicità, che è la base della salute. L’invecchiamento dell’uomo è quindi certamente legato ad un programma genetico, ma l’espressione di tale programma è la periodicità circadiana del sistema ormonale! Infatti l’invecchiamento è solo e semplicemente il declino progressivo o rapido (malattie) della ciclicità ormonale legato al programma iscritto geneticamente nel complesso pinealico. Questo noi lo abbiamo dimostrato con inconfutabili esperimenti scientifici (vedi riferimenti bibliografici). Quindi, se noi potessimo evitare la perdita della ciclicità ormonale programmata, non potremmo invecchiare. E la morte? La morte è legata al programma invecchiamento ma essa è un programma separato, come risulta da esperimenti di trapianto di pineale e di pinealectomie, da noi condotti e pubblicati sul Journal of Anti-Aging Medicine negli Stati Uniti e riportati recentemente nel Volume degli Atti della Quarta Conferenza di Stromboli sul Cancro e l’Invecchiamento, 2005. Si può quindi giungere (anche in buona salute) a 120-130 anni e non più. Perché? Perché a questo punto interviene un “orologio della morte” che scandisce la fine programmata della vita e che è indipendente dall’invecchiamento. L’interpretazione del “messaggio morte” è un altro traguardo di noi “mortali” e anche in questo non c’è nulla di misterioso o blasfemo! Sembra, dai nostri esperimenti in corso con i roditori, che il “messaggio di morte” sia molto potente ed in grado di annullare ogni altro intervento. Infatti riteniamo che sia un “programma” neuroendocrino (ormonale) legato al mantenimento della temperatura corporea.
Melatonina, zinco e ormoni. I nostri studi sperimentali e clinici che continuano da molti anni mostrano progressivamente, non solo il nostro isolamento scientifico e i turpi ostacoli posti alle nostre scoperte, ma la fondatezza della nostra logica evolutiva e biologica. Gli ostacoli che ci vengono posti sono di natura socio-economica. L’appiattimento e scomparsa del picco notturno di melatonina e la costante diminuzione dei livelli dello zinco nel sangue nel corso della senescenza sono i segnali precisi del decadimento del controllo ormonale delle nostre funzioni essenziali come per esempio il sonno, la forza fisica, l’adattamento alla temperatura, il vigore sessuale, la resistenza alle infezioni e così via. Tutte queste funzioni sono sotto stretto controllo ormonale. A loro volta, i cicli e ritmi ormonali del giorno e della notte sono sotto stretto controllo degli impulsi della pineale, che integra e rispedisce i messaggi alle ghiandole endocrine. Lo zinco, che è tra gli elementi minerali più diffusi sulla crosta terrestre dopo il ferro, ha acquisito un incredibile numero di funzioni biologiche strettamente legate alla funzione direttiva della ghiandola pineale. Quindi noi possiamo puntare su tali segnali per controllare il corso dell’invecchiamento e per correggerlo in tempo. Mi si obietterà: ma perché lo zinco? Il binomio melatonina-zinco è la base biologica della re-sincronizzazione del sistema ormonale semplicemente perché tale associazione, come da noi dimostrato, dà inizio ad una serie di eventi a catena che automaticamente ristabilizzano l’equilibrio ormonale perduto. Abbiamo infatti scoperto una chiave biologica fondamentale che ci permette di frenare l’invecchiamento. Il mantenimento della integrità della ghiandola pineale con melatonina e zinco (associato alla melatonina nella sua forma di sale organico, orotato nel nostro caso) permette alla melatonina di esercitare in modo ottimale la sua funzione con un meccanismo che fa capo alla sua struttura elettronica. Molte altre forme o sali di zinco non vengono infatti assorbite e sono inerti! In tal modo si assiste ad un rapido recupero di tutte le funzioni e parallelamente ad un riequilibrio psico-somatico completo. Quindi: l’invecchiamento è perfettamente frenabile e reversibile con la melatonina purissima associata allo zinco orotato che mantiene la funzione della pineale e ricostituisce rapidamente tutti i ritmi ormonali.
Chiaramente altre molecole seguiranno, che fanno capo alla ghiandola pineale. Solo rallentando e bloccando l’invecchiamento potremo arrivare presto a capire cosa è la morte, ed a sfidare quindi la Grande Nemica. E’ una libera scelta dell'”Uomo che pensa” prendere la strada della Fede o quella della Conoscenza che, come diceva Paracelso “è indissolubilmente legata all’Amore”, inteso come forza positiva di ogni azione umana.
Fonte:http://drpierpaoli.ch/ITA/Perche-si-invecchia-e-si-muore-58955b00
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Melatonina Zinco-Selenio
Gli ormoni e tutte le molecole del corpo seguono strettamente la ciclicità diurna e notturna (ritmi circadiani), i cicli solari e lunari e i cicli stagionali (in particolare la luce e la temperatura). Tale ciclicità è alla base della salute. L’invecchiamento è semplicemente un processo evolutivo dello sviluppo, un “programma” come la crescita e la fertilità, legato al patrimonio genetico della specie e dell’individuo ed espresso tramite il mantenimento prima e poi il decadimento progressivo dei cicli ormonali. Infatti l’invecchiamento è dovuto anche alla rottura della relazione sincronica tra i ritmi circadiani/stagionali e quelli ormonali. Una relazione, questa, che viene regolata dalle strutture del sistema nervoso facenti parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale, che integra e sincronizza i cicli notte-giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. L’invecchiamento dell’uomo è dunque legato certamente a un programma genetico, ma l’espressione di tale programma è proprio la periodicità circadiana del sistema ormonale. A loro volta i cicli e ritmi ormonali del giorno e della notte sono sotto stretto controllo degli impulsi della ghiandola pineale, che integra e rispedisce i messaggi alle ghiandole endocrine.
La ghiandola pineale (o epifisi), che regola la sintesi e la secrezione ciclica degli ormoni del nostro organismo, produce la melatonina e invecchiando ne produce sempre di meno. Infatti è durante l’infanzia che la produzione di melatonina raggiunge il suo picco massimo, in seguito comincia a calare lentamente: intorno ai 45 anni si verifica un ulteriore crollo e intorno agli 80 anni il livello di melatonina presente nel corpo di una persona altrimenti sana è meno della metà di quello di un individuo giovane. L’appiattimento fino alla scomparsa del picco notturno di melatonina, oltre alla costante diminuzione dei livelli dello zinco nel sangue con l’avanzamento dell’età, sono i segnali precisi dell’invecchiamento dell’organismo e del decadimento del controllo ormonale delle nostre funzioni essenziali, tra cui il sonno, la forza fisica, l’adattamento alla temperatura, il vigore sessuale, la resistenza alle infezioni e così via. Si tratta quindi di prevenire questo andamento mediante somministrazione di una giusta formulazione di melatonina in modo da mantenere costante il messaggio giovanile del picco notturno della melatonina tipico della giovinezza. Cosi facendo si aiuta a far riacquistare alla ghiandola pineale e pertanto anche alla persona, quello status giovanile che è fondamentale per serbare i ritmi biologici che controllano ormoni e immunità e quindi la sincronizzazione circadiana (ciclicità fisiologica) dell’intero sistema ormonale che regola strettamente le funzioni metaboliche ed immunologiche naturali. Sie favorisce di conseguenza la normalizzazione di tutte le funzioni immunologiche, metaboliche ed endocrine. Poiché l’epifisi produce melatonina solo di notte, somministrando la corretta formulazione di melatonina di sera la ghiandola pineale non deve più produrre melatonina attraverso un processo di sintesi molto complesso e “si mette a riposo”. In questo modo si aiuta a mantenere e proteggere l’integrità della funzione della ghiandola pineale e conseguentemente a ricostituire tutti i ritmi ormonali oltre a rallentare l’invecchiamento (che è certamente un chiaro processo programmato geneticamente nel cervello, ma che si manifesta tramite la regolazione ormonale). Quindi, se c’è una destrutturazione dei ritmi biologici del corpo, l’assunzione della Melatonina Zinco-Selenio aiuta a ristrutturare l’orologio biologico interno.
Il picco notturno giovanile
La particolarità della da me studiata formulazione di Melatonina associata allo Zinco e Selenio sta nel fatto che essa è stata sviluppata con l’intento di ottenere un picco di rilascio di Melatonina tra la 1 e le 3 del mattino che imiti il messaggio del picco notturno fisiologico giovanile prodotto nella stessa fascia oraria dalla ghiandola pineale giovane. Secondo le mie ricerche, emulando il messaggio del picco notturno fisiologico tipico della giovane età, si aiuta la ghiandola pineale a rigenerarsi e a permanere in condizioni giovanili e quindi a produrre molecole che regolano l’intero sistema ormonale detto anche “neuroendocrino”. Si contribuisce così a mantenere i ritmi biologici che controllano ormoni e immunità e la sincronizzazione circadiana (ciclicità fisiologica) del sistema neuroendocrino che regola le funzioni metaboliche ed immunologiche naturali. Risultato: si favorisce la normalizzazione di tutte le funzioni endocrine, immunologiche, e metaboliche.
Perchè lo Zinco ed il Selenio
Zinco e Selenio sono due molecole che cooperano e sinergizzano con la Melatonina nella regolazione e risincronizzazione delle funzioni ormonali, metaboliche e immunitarie alteratesi nel corso dell’invecchiamento. Ad es. in diversi studi ed esperimenti è stato osservato che lo Zinco può aiutare a correggere l’immunodepressione generata dall’invecchiamento e altre alterazioni ormonali e metaboliche tipiche della vecchiaia. Inoltre, con l’avanzare dell’età, lo Zinco non viene assorbito a sufficienza dall’intestino e costituisce un sicuro indice della senescenza (gli anziani presentano livelli di Zinco molto bassi) e deve quindi essere integrato maggiormente per evitare alterazione dell’immunità. Per questa ragione nella formulazione da me sviluppata le tre fondamentali molecole anti-invecchiamento (Melatonina, Zinco e Selenio) sono riunite in un’unica combinazione sinergica, studiata per conferire il massimo effetto benefico al sistema metabolico e immunobiologico di chi la assume.
Dosaggio: Perché basta 1 solo milligrammo?
La formulazione Melatonina Zinco-Selenio Pierpaoli è stata sviluppata con l’intento di ottenere un picco di rilascio di Melatonina durante la notte che induca il messaggio giovanile del picco notturno fisiologico prodotto nella stessa fascia oraria dalla ghiandola pineale giovane.
Anche se risulta quindi molto difficile stabilire univocamente quale sia il dosaggio indicato nella somministrazione di melatonina esogena, sembra che già le dosi nell’ordine di 0,3 – 0,5 mg siano efficaci e riescano ad indurre il picco notturno giovanile. Somministrando nell’uomo adulto sano dosi di Melatonina di 0,3 mg si possono determinare livelli ematici vicini a quelli fisiologici. Il dosaggio di 0,3 mg di Melatonina nella corretta formulazione potrebbe infatti essere sufficiente per innalzare il livello di Melatonina nel sangue oltre i 120 picogrammi per millilitro, un livello che corrisponde al livello melatonico notturno giovanile. Va comunque considerato che i bisogni individuali possono variare a seconda delle differenze nel metabolismo. Proprio a causa del differente assorbimento intestinale di ognuno, consigliavo prudenzialmente l’assunzione da 1 a 3 mg. Il rischio di sovradosaggio è inesistente. La melatonina è idrosolubile e la quantità in eccesso viene eliminata dai reni nelle urine. Durante uno studio clinico fu somministrato ad alcune donne un dosaggio giornaliero di 6 grammi (ovvero 6000 volte superiore a quello raccomandato!) per un lungo periodo di tempo senza la comparsa di alcun effetto collaterale.
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Fonte: http://drpierpaoli.ch/ITA/Melatonina-Zinco-Selenio-3b232300