Dopo lunghe riflessioni e meditazioni sui possibili meccanismi della melatonina e sul suo ruolo in natura, ho maturato la convinzione che la melatonina possiede molti livelli di attività, che sono stati acquisiti nel corso dell’evoluzione. Come usava commentare il grande scienziato e Laureato Nobel Sir Peter Medawar, che ho avuto la fortuna di conoscere molti anni fa (si interessava molto di ormoni e immunità): “Non sono le molecole che cambiano, ma semplicemente l’uso a cui vengono adibite dalla Natura”. Ciò mi suggerisce che anche la melatonina, come le altre molecole che sto ora identificando oppure ho già trovato, posseggono certamente alcune attività di minor valore, come per esempio quella anti-ossidativa o di effetti mediati tramite appositi recettori nel cervello ma, essendo la melatonina una molecola antichissima nell’evoluzione della vita sul nostro pianeta, la sua vera natura è totalmente sconosciuta e va oltre le nostre conoscenze. Essa si colloca in epoche remote all’origine della vita, quando la luce e l’oscurità crearono “l’orologio della vita” in una dimensione di grande mistero e fascino: “E la luce fu!”. La melatonina, grazie alla sua struttura ciclica, alla presenza di un gruppo acetile e di un gruppo metile, deve possedere potenziali bio-energetici misteriosi che siamo del tutto incapaci di percepire e di capire. E’ veramente la scintilla della Creazione! Perciò non ci si deve meravigliare se il suo ruolo ed effetti non possono essere separati e dissociati da un grande numero di “specialisti”, ma solo unificati da un biologo globale. In fondo, la morte ad una tarda età e senza malattie e non ancora l’immortalità, sono il nostro fine ultimo!
La sfida suprema e la mia scommessa per il futuro
Cosa avverrà? Scommetto che solo un numero molto limitato di persone diverrà pienamente conscio del semplice “messaggio della melatonina” perché la complicazione della Natura e non la sua interpretazione logica è la moda corrente! Dato che il divario tra quelli che capiscono e gli ostinati (biechi e ciechi) oppositori si allarga ogni giorno di più, lasciamo che il tempo passi e vediamo cosa succede. Mi sento di dire che noi siamo ormai di gran lunga “oltre la melatonina”, in quanto la melatonina è riuscita ad illuminare la nostra mente, permettendoci di eludere la trappola riduzionistica della “scienza moderna”. Nello stesso tempo l’uso costante della melatonina che protegge la nostra pineale e prolunga la nostra vita priva di malattie, ci concede più tempo per capire e per applicare a persone gravemente ammalate, la benedizione della nostra Medicina Innovata, anche facendo uso di quelle molecole che emergono dopo miliardi di anni dalla “palude cerebrale” e che, come la melatonina, mantengono tuttora il potere curativo conferito loro da Madre Natura nel corso dell’evoluzione agli albori della vita. Non sono medicine, sono la vita stessa! Ma questa è un’altra storia …
References
1) W. Pierpaoli & W. Regelson, with Carol Colman:The Melatonin Miracle.
Nature’s Age-Reversing, Disease-Fighting, Sex-Enhancing Hormone”. Simon & Schuster,New York, 1995 (tradotto in 17 lingue).
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http://drpierpaoli.ch/ITA/La-Scoperta-dell-Orologio-Biologico-della-Vita-54cc2200
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Invecchiamento
L’invecchiamento è un programma ormonale-neuroendrocrino preciso, geneticamente determinato ed unico per ogni specie, situato nel “reticolo pineale”, vale a dire nelle strutture nervose del cervello e del sistema nervoso periferico che regolano la sintesi e la secrezione sincronica circadiana (giorno-notte), ritmica-oscillatoria di tutti gli ormoni, dei neuropeptidi e di ogni altra molecola endogena del corpo che segue strettamente i ritmi solari planetari.Il “programma invecchiamento”, similmente a quello della crescita, della pubertà e della fertilità, segue un tragitto che è indipendente dalle cosiddette “malattie dell’invecchiamento”. Infatti, l’espressione delle malattie tipiche della senescenza come ad esempio la “sindrome metabolica X” (“il quartetto letale”, vale a dire ipertensione, iperglicemia, ipercolesterolemia e adiposità viscerale) non dipendono e non sono una conseguenza dell’invecchiamento stesso, ma piuttosto di una alterazione e de-sincronizzazione della ciclicità ormonale diurna e notturna, prodotta da malattie e dai fattori endogeni ed esogeni che alterano e appiattiscono i ritmi ormonali giovanili (fattori di stress psichici e sociali, tendenza ereditaria ad alterazioni enzimatiche e metaboliche, infezioni batteriche e virali acute e croniche, abitudini e carenze alimentari, condizioni di vita ambientale, agenti tossici, contaminazioni, radiazioni varie, eccetera). Pertanto, se l’invecchiamento è un evento ormonale programmato, il programma può certamente essere modificato e invertito mediante un strategia di ri-programmazione! Tale intervento richiede una conoscenza della biologia fondamentale dell’invecchiamento. Abbiamo mostrato che replicando ed imitando il picco notturno della melatonina pinealica mediante la sua somministrazione notturna, siamo in grado di ritardare l’invecchiamento e le malattie che l’accompagnano. Tuttavia la melatonina non è il rimedio finale degli interventi anti-invecchiamento. Il trapianto della pineale da un animale giovane a uno vecchio produce infatti effetti di ringiovanimento molto più pronunciati della melatonina. Tali effetti non dipendono certamente dalla produzione di melatonina della ghiandola pineale trapiantata! Altre molecole riproducono più rapidamente gli effetti anti-invecchiamento della melatonina. Perciò noi crediamo che lo scopo della melatonina sia quello di proteggere la pineale dall’invecchiamento e di mantenere la pineale in grado di produrre altre molecole che possono risintonizzare rapidamente ai valori giovanili “l’orologio ciclico ormonale”. L’evidenza più drammatica sulle capacità della melatonina nella prevenzione dell’invecchiamento e nel prolungamento della ciclicità ormonale deriva da studi clinici recenti da noi condotti in donne nella perimenopausa. La melatonina ricostituisce infatti rapidamente la ciclicità ed i livelli giovanili delle gonadrotropine ipofisarie LH e FSH, e corregge l’ipotiroidismo latente che è sorprendentemente presente nelle donne in perimenopausa. Le donne più giovani (da 42 a 52 anni) reagiscono più rapidamente che non le donne più anziane (da 55 a 62 anni). Questi risultati costituiscono sicuramente una pietra miliare nella storia della medicina anti-invecchiamento. Esiste anche evidenza clinica che la melatonina da sola e ancor meglio in associazione a elementi minerali-traccia come zinco, selenio e ad un numero di molecole naturali, riesce a prevenire e anche a curare una varietà di malattie come ad esempio: la sindrome metabolica X (vedi sopra), le infezioni virali, le malattie auto-immunitarie e migliora la terapia dei tumori. Quindi “risincronizzando la ciclicità dell’orologio ormonale” si ottiene una ricostituzione permanente della sorveglianza immunologia e il mantenimento della salute e dell’integrità biologica del corpo. Abbiamo quindi svelato le basi sulle quali la Natura e l’evoluzione hanno costruito e mantengono l’integrità biologica di ogni essere vivente. La base della salute è quindi il mantenimento di una ciclicità ormonale giovanile!
Fonte: http://drpierpaoli.ch/ITA/Invecchiamento-b63a4600
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La melatonina non è un ormone!
Era indubbiamente un errore dall’inizio definire la melatonina come un «ormone» dato che questa classificazione fuorviante ha generato una serie di bugie atte a confondere il pubblico sulla vera natura della nostra scoperta. Infatti le ovvie ragioni per le quali la melatonina non può essere definita un ormone «classico» e tanto meno «pericoloso» sono le seguenti:
1) La melatonina viene sintetizzata, non solo nella pineale, ma anche in numerosi altri organi e tessuti come, per esempio, la retina, la mucosa intestinale, nei megacariociti, nelle piastrinee nei roditori, nelle ghiandole Harderiane, tutti questi tessuti che non possono essere definiti come tipiche «ghiandole endocrine».
2) Dopo la pinealectomia (rimozione chirurgica della pineale), la melatonina circolante non scompare come quando vengono rimosse le ghiandole endocrine (ipofisi, tiroide, surrenali, gonadi).
3) Non esiste alcun «fattore di rilascio» (releasing factor) per la melatonina come quelli trovati e anche usati per tutti gli ormoni classici.
4) Recettori con maggiore o minore affinità per la melatonina e «binding sites» sono stati evidenziati e trovati in una tale varietà di cellule (su membrane e nel citoplasma) e tessuti del corpo che la loro natura di «recettori ormonali specifici» per la melatonina su cellule bersaglio ben definite è impossibile da dimostrare, data la loro diffusione ubiquitaria.
5) La melatonina, anche se somministrata a dosi enormi di grammi al giorno per via orale (in un vecchio esperimento nell’uomo ne sono stati somministrati anche 6,6 grammi al giorno per 35 giorni !), non ha provocato nessun danno o effetti collaterali immediati o tardivi. Qualsiasi altro vero ormone, con l’eccezione del DEA(deidroepiandrosterone, DHEA) avrebbe certamente prodotto la morte o danni gravi e irreparabili, come sarebbe il caso con il cortisone e la tiroxina. Perciò, contrariamente ai « veri » ormoni, con la melatonina non si osservano affatto effetti tossici collaterali. Anche 1500 donne sono state trattate in Olanda per anni con dosi giornaliere di 300 mg senza alcun danno !
6) L’inibizione della sintesi endogena di melatonina dopo la sua somministrazione orale non sembra dipendere, come è il caso con gli ormoni classici, sulla inibizione della sintesi dei fattori trofici (gonadotropine, tireotropina, corticotropina etc.), ma su una semplice inibizione retroattiva (feedback) prodotta dallo stesso prodotto finale (la stessa melatonina) in una sequenza bio-sintetica. Per questo la somministrazione prolungata di melatonina non può indurre una «atrofia della pineale»!
7) La melatonina è presente ovunque nella carne e nei vegetali, e la melatonina alimentare è assorbita rapidamente dal tratto gastro-intestinale. Esperimenti condotti recentemente con animali dimostrano che una dieta ricca di melatonina produce livelli ematici di melatonina che sono significativamente più elevati di quelli di animali con un basso livello di melatonina nella dieta. Perciò certamente i livelli di melatonina circolanti possono essere cambiati (aumentati o diminuiti) da un tipo di dieta che contenga livelli alti o bassi di melatonina. Nulla di simile può essere ottenuto con nessuno degli « ormoni » conosciuti!
Concludendo, la definizione della melatonina come «ormone» è assolutamente errata e non possiede alcuna base scientifica. In realtà la natura dei meccanismi di azione della melatonina come «mediatore chimico universale del mondo biologico» è tuttora sconosciuta esattamente come era sconosciuto il meccanismo di azione della penicillina quando essa fu scoperta e usata per salvare da mortali infezioni! E non era una sostanza endogena!
Fonte: http://drpierpaoli.ch/ITA/La-Melatonina-non-e-un-ormone-0d4f3100
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Come mai molti non credono agli effetti della melatonina?
Melatonina e invecchiamento, fiaba o realtà?
Nella categoria dei lavoratori salariati, esiste anche quella dei cosidetti “scienziati” e “ricercatori”, la cui funzione risulta alquanto oscura e misteriosa alla stragrande maggioranza della popolazione. Nell’immagine comune, gli scienziati-ricercatori vengono raffigurati come persone con camice bianco, tra loro poche donne ma molti uomini, questi ultimi spesso con barba, emaciati e stralunati, che passano il loro tempo in atmosfere strane ed irreali, accanto a gabbie con ratti o topi, cavie comunque, oppure affaccendati presso lindi e incontaminati o spettrali apparecchi. Raramente manca un microscopio con il quale esplorano universi misteriosi. In realtà non esistono anche due sole situazioni simili nel mondo della ricerca e la varietà di persone e di situazioni è illimitata e irripetibile. Per questo le vere “scoperte” rimangono spesso inascoltate e chi si illude che “la verità prima o poi trionfa” deve ricredersi. La storia della scoperta dell’origine programmata biologica dell’invecchiamento è tipica di un’ epoca nella quale quasi tutto è invece saldamente ancorato a pregiudizi radicati nel tempo e a interessi di singoli o gruppi. L’unico vantaggio rispetto al Medioevo è la velocità nel ricambio dell’informazione. Tuttavia, tale ricambio è pari alla confusione che regna e che viene fomentata dai molti che non desiderano affatto cambiamenti per ragioni economiche, e che quindi operano un sistematico sabotaggio di qualsiasi scoperta che danneggi gli immensi guadagni dei gruppi di potere economico.
La “sfida suprema” lascia perplessi e increduli
La domanda più altamente provocatoria che tocca nell’intimo ognuno di noi e che ci costringe a riflettere è quella che riguarda il nostro personale invecchiamento: è esso arrestabile e reversibile? Tale domanda non era posta appena pochi anni fa se non da filosofi o scrittori di fantascienza. Ora si comincia timidamente ad osservare che il vicino di casa, che è molto più anziano di me, gioca a tennis, si circonda di giovani ragazze e se la gode! Perché mai? Perchè una tale palese ingiustizia? Io non bevo, non fumo, vado a letto con le galline, ma sembro decrepito come Matusalemme. Poi sentiamo parlare di genetica e allora ci rendiamo conto che noi ci portiamo dietro la longevità (o la precarietà) dei nostri geni, trasferitisi in noi dai nostri antenati. C’è chi è fortunato e sta bene fino a 100 anni, c’è invece chi è maledettamente sfortunato e muore di infarto o cancro in giovane età.
Perché tutto questo?
I media e la stampa, aiutati da quelli che io chiamo “gli scienziati viaggianti” sempre presenti nelle sale di Conferenze Internazionali, ai Simposi, sulle arene televisive, nelle interviste e così via, ma mai nel laboratorio, fanno confusione, quando si parla di senescenza e di inevitabile decrepitezza, tra genetica e biologia evolutiva. In altre parole, forse è vero che si deve inevitabilmente invecchiare e morire perché questo fa parte del “ciclo vitale” (che chiamerei “mortuale”) ma perché non ne identifichiamo i meccanismi? Quindi, con l’aria di cani bastonati e pronti a tutto, i giornalisti intervistatori degli “scienziati viaggianti” li abbordano con domande alle quali essi in qualche modo devono rispondere in modo apparentemente logico. Ecco che qui si crea e si mantiene l’invecchiamento stesso! Esso è programmato in chi ci crede! Dato che gli “scienziati parlanti e viaggianti” passano solo pochi frettolosi minuti con i loro collaboratori e neppure uno con i topolini, essi danno le risposte che tutti si aspettano. Così è infatti avvenuto con la leggenda della melatonina. Pochi hanno umilmente ammesso di non avere letto niente e quindi di non saperne niente.
La melatonina e l’invecchiamento come li vedo io
Perché la melatonina arresta le malattie degenerative tipiche dell’invecchiamento che ci fanno morire, come per esempio l’ipertensione, la degenerazione di vasi ed arterie (arteriosclerosi), le malattie autoimmunitarie e previene (ma non cura) il cancro? Lo fa semplicemente perché protegge la pineale nel cervello. Siccome la pineale fa parte essenziale del sistema ormonale e regola la produzione ciclica di tutti gli ormoni, conseguentemente il corpo non invecchia. Infatti l’invecchiamento è un chiaro processo programmato geneticamente nel cervello, ma che si manifesta tramite la regolazione ormonale. Poiché la pineale produce melatonina solo di notte, se noi assumiamo melatonina alla sera, la pineale viene messa a riposo e quindi “non lavora” per produrre la melatonina. Infatti, la melatonina viene prodotta nella ghiandola pineale attraverso due passaggi enzimatici importantissimi di «acetilazione» e di «metilazione», partendo dalla famosa serotonina. I gruppi acetilico e metilico sono fondamentali nei processi biologici ossidativi e di crescita, tanto è vero che, per esempio, in assenza di metilazione, il cervello dell’embrione o del bambino non si sviluppa! Cosa fa allora la pineale mentre riposa? Si mantiene giovane e produce altre molecole fondamentaliche noi, come cani segugi, inseguiamo implacabilmente dato che tali molecole, non solo manterranno lo stato giovanile della pineale e del corpo, ma persino saranno in grado di invertire, nei limiti del possibile se non è troppo tardi, il processo di invecchiamento che è strettamente legato alla de-sincronizzazione dei cicli ormonali circadiani(giorno-notte)! Ecco perché la melatonina c’entra solo indirettamente con l’invecchiamento ma è essenziale per arrestarlo! Tale evidenza è chiaramente espressa nel lavoro da noi pubblicato recentemente negli Stati Uniti nel Journal of Anti-Aging Medicine, Volume 2, pagina 343, 1999. Inoltre, come da noi dimostrato in una serie di lavori pubblicati per anni, la melatonina normalizza i livelli di zinco nel sangue, che sono un parametro esatto del nostro grado di deterioramento metabolico. Quindi l’associazione di melatonina allo zinco organico, come da noi realizzato nella formulazione della Melatonin-Zn-Se del Dr. Pierpaoli, accellera enormemente gli effetti benefici della melatonina a tutti i livelli da noi misurati. Anche il tanto sbandierato “ormone della crescita” o “somatotropo”, la cui sintesi circadiana decresce nel corso della senescenza, sarà automanticamente normalizzato dalla somministrazione notturna di Melatonin-Zn-Se del Dr. Pierpaoli, senza ricorrere a costosissime e pericolose somministrazioni per via parenterale, dato che, come è noto, l’ormone della crescita ha sicuramente effetti benefici rapidi e vistosi atti ad appagare il paziente-cliente ma, malauguratamente, è anche co-cancerogeno come tutti i “fattori di crescita”.
Fonte:http://drpierpaoli.ch/ITA/Come-mai-molti-non-credono-agli-effetti-della-Melatonina-56f8d600
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Perché si invecchia e si muore?
Melatonina, zinco e ormoni ci dicono perché, come e quando. La scoperta che l’invecchiamento è frenabile e persino reversibile non ha ancora raggiunto la coscienza di molti. Infatti il lavaggio del cervello dalla nascita ci ha inculcato una visione precisa e indelebile del nostro destino, ove la presenza costante di malattie, ansie e dolori fa parte del “destino” dell’uomo. Inoltre, le tormentate vicende del nostro brevissimo periodo storico di poche migliaia di anni, hanno creato un alone di tabù attorno alla parola immortalità. Nessuno osa pensare che possa realizzarsi nella vita. Per chi possiede la fede, l’ immortalità è quella dell’anima, come resurrezione dopo la morte per entrare in un non ben definito mondo spirituale pieno di estasi e godimenti. Contrariamente agli occidentali, gli antichi indù già almeno 5000 anni fa seguivano invece le pratiche e le scienze che senza remore o pregiudizi parlavano di eternità terrena. Tutto questo suona a noi come delirio. Invece, a mio avviso, è delirante il non vedere o sentire l’angusta dimensione nella quale siamo immersi che ci preclude, assieme ai dogmi vigenti, la libertà di pensiero che è privilegio dell’uomo. Sia l’invecchiamento che la morte sono due entità separate e distinte che non hanno nulla di misterioso e che semplicemente fanno parte di un preciso programma ormonale! Tale programma è chiaramente identificabile nella massima durata della vita nei mammiferi omeotermi (a sangue caldo) a cui l’uomo purtroppo appartiene. Infatti non si sa bene quanto a lungo vivano e perché muoiano i poichilotermi, vale a dire gli animali a sangue freddo (pesci, rettili, anfibi). I cicli planetari e quelli ormonali. I segnali che ritmano la nostra vita dalla nascita alla morte sono quelli circadiani e stagionali, in particolare la luce e la temperatura. Tutto ruota attorno a queste condizioni primarie che regolano ogni istante del nostro ciclo vitale: nascita, crescita, fertilità, declino e morte. Tali segnali scandiscono precisamente i programmi ormonali che si sono sviluppati durante l’evoluzione del mammifero uomo. Noi siamo quindi totalmente guidati e condizionati dalla regolazione ormonale che viene pilotata dalla ritmicità planetaria. Infatti l’invecchiamento è totalmente e solamente dovuto alla rottura di tale relazione sincronica ai ritmi planetari-ormonali, che viene regolata dalle strutture del sistema nervoso facenti parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale, che integra e sincronizza i cicli notte-giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. Ciò è talmente ovvio che ognuno è in grado, vivendo immerso nell’ambiente terrestre, di rendersi conto che il condizionamento ambientale (aria, luce, temperatura, eccetera) ed il nostro costante adeguamento ad esso sono fondamentali per respirare e vivere. Gli ormoni e tutte le molecole del corpo seguono strettamente tale ciclicità, che è la base della salute. L’invecchiamento dell’uomo è quindi certamente legato ad un programma genetico, ma l’espressione di tale programma è la periodicità circadiana del sistema ormonale! Infatti l’invecchiamento è solo e semplicemente il declino progressivo o rapido (malattie) della ciclicità ormonale legato al programma iscritto geneticamente nel complesso pinealico. Questo noi lo abbiamo dimostrato con inconfutabili esperimenti scientifici (vedi riferimenti bibliografici). Quindi, se noi potessimo evitare la perdita della ciclicità ormonale programmata, non potremmo invecchiare. E la morte? La morte è legata al programma invecchiamento ma essa è un programma separato, come risulta da esperimenti di trapianto di pineale e di pinealectomie, da noi condotti e pubblicati sul Journal of Anti-Aging Medicine negli Stati Uniti e riportati recentemente nel Volume degli Atti della Quarta Conferenza di Stromboli sul Cancro e l’Invecchiamento, 2005. Si può quindi giungere (anche in buona salute) a 120-130 anni e non più. Perché? Perché a questo punto interviene un “orologio della morte” che scandisce la fine programmata della vita e che è indipendente dall’invecchiamento. L’interpretazione del “messaggio morte” è un altro traguardo di noi “mortali” e anche in questo non c’è nulla di misterioso o blasfemo! Sembra, dai nostri esperimenti in corso con i roditori, che il “messaggio di morte” sia molto potente ed in grado di annullare ogni altro intervento. Infatti riteniamo che sia un “programma” neuroendocrino (ormonale) legato al mantenimento della temperatura corporea.
Melatonina, zinco e ormoni. I nostri studi sperimentali e clinici che continuano da molti anni mostrano progressivamente, non solo il nostro isolamento scientifico e i turpi ostacoli posti alle nostre scoperte, ma la fondatezza della nostra logica evolutiva e biologica. Gli ostacoli che ci vengono posti sono di natura socio-economica. L’appiattimento e scomparsa del picco notturno di melatonina e la costante diminuzione dei livelli dello zinco nel sangue nel corso della senescenza sono i segnali precisi del decadimento del controllo ormonale delle nostre funzioni essenziali come per esempio il sonno, la forza fisica, l’adattamento alla temperatura, il vigore sessuale, la resistenza alle infezioni e così via. Tutte queste funzioni sono sotto stretto controllo ormonale. A loro volta, i cicli e ritmi ormonali del giorno e della notte sono sotto stretto controllo degli impulsi della pineale, che integra e rispedisce i messaggi alle ghiandole endocrine. Lo zinco, che è tra gli elementi minerali più diffusi sulla crosta terrestre dopo il ferro, ha acquisito un incredibile numero di funzioni biologiche strettamente legate alla funzione direttiva della ghiandola pineale. Quindi noi possiamo puntare su tali segnali per controllare il corso dell’invecchiamento e per correggerlo in tempo. Mi si obietterà: ma perché lo zinco? Il binomio melatonina-zinco è la base biologica della re-sincronizzazione del sistema ormonale semplicemente perché tale associazione, come da noi dimostrato, dà inizio ad una serie di eventi a catena che automaticamente ristabilizzano l’equilibrio ormonale perduto. Abbiamo infatti scoperto una chiave biologica fondamentale che ci permette di frenare l’invecchiamento. Il mantenimento della integrità della ghiandola pineale con melatonina e zinco (associato alla melatonina nella sua forma di sale organico, orotato nel nostro caso) permette alla melatonina di esercitare in modo ottimale la sua funzione con un meccanismo che fa capo alla sua struttura elettronica. Molte altre forme o sali di zinco non vengono infatti assorbite e sono inerti! In tal modo si assiste ad un rapido recupero di tutte le funzioni e parallelamente ad un riequilibrio psico-somatico completo. Quindi: l’invecchiamento è perfettamente frenabile e reversibile con la melatonina purissima associata allo zinco orotato che mantiene la funzione della pineale e ricostituisce rapidamente tutti i ritmi ormonali.
Chiaramente altre molecole seguiranno, che fanno capo alla ghiandola pineale. Solo rallentando e bloccando l’invecchiamento potremo arrivare presto a capire cosa è la morte, ed a sfidare quindi la Grande Nemica. E’ una libera scelta dell'”Uomo che pensa” prendere la strada della Fede o quella della Conoscenza che, come diceva Paracelso “è indissolubilmente legata all’Amore”, inteso come forza positiva di ogni azione umana.
Fonte:http://drpierpaoli.ch/ITA/Perche-si-invecchia-e-si-muore-58955b00
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Melatonina Zinco-Selenio
Gli ormoni e tutte le molecole del corpo seguono strettamente la ciclicità diurna e notturna (ritmi circadiani), i cicli solari e lunari e i cicli stagionali (in particolare la luce e la temperatura). Tale ciclicità è alla base della salute. L’invecchiamento è semplicemente un processo evolutivo dello sviluppo, un “programma” come la crescita e la fertilità, legato al patrimonio genetico della specie e dell’individuo ed espresso tramite il mantenimento prima e poi il decadimento progressivo dei cicli ormonali. Infatti l’invecchiamento è dovuto anche alla rottura della relazione sincronica tra i ritmi circadiani/stagionali e quelli ormonali. Una relazione, questa, che viene regolata dalle strutture del sistema nervoso facenti parte del circuito cerebrale ipotalamo-ipofisi-pineale, che integra e sincronizza i cicli notte-giorno della sintesi e secrezione di tutti gli ormoni. L’invecchiamento dell’uomo è dunque legato certamente a un programma genetico, ma l’espressione di tale programma è proprio la periodicità circadiana del sistema ormonale. A loro volta i cicli e ritmi ormonali del giorno e della notte sono sotto stretto controllo degli impulsi della ghiandola pineale, che integra e rispedisce i messaggi alle ghiandole endocrine.